La vicinanza solidale rappresenta una forma di solidarietà tra famiglie disponibili all’aiuto.
LA STORIA
“La Soglia” nasce a Cantù grazie alla volontà della maestra Nava, donna di grande cuore e acuta sensibilità, che si trova improvvisamente a doversi prendere cura di tre fratellini abbandonati dalla famiglia.
Erano gli anni ’70 e le leggi in materia di aiuto e sostegno alla famiglia non erano ancora definite.
Così Marisa Nava, con l’aiuto di un gruppo di persone volonterose e di rara disponibilità, inizia la sua opera di aiuto e sostegno alla famiglia, proseguita in forma “artigianale” fino agli anni ’90.
Solo nel 1993 l’Associazione di volontariato si struttura nella forma legale attualmente conosciuta.
Dalla sua nascita La Soglia ha assunto il compito di sensibilizzare il territorio sull’importanza dell’affido famigliare: ha giocato un ruolo nella ricerca e nel sostegno delle famiglie affidatarie, relazionandosi con il Servizio Tutela del territorio.
Un gruppo di autoaiuto, coordinato da professionisti, ha seguito le nostre famiglie per oltre due decenni, accompagnandole nella loro quotidianità di esperienze con i bambini e i ragazzi a loro affidati.
LE NOSTRE FAMIGLIE SOLIDALI
Sono famiglie o singoli che aiutano i genitori in difficoltà a fronteggiare alcuni problemi della vita quotidiana:
- Accompagnano nello svolgimento di pratiche burocratiche e alla conoscenza e all’utilizzo dei servizi territoriali
- Garantiscono la frequenza scolastica dei minori con il trasporto casa scuola e nelle attività ludico sportive
- Aiutano a fare i compiti e intercettano le carenze da colmare
- Garantiscono una mediazione culturale tra famiglie straniere e strutture sanitarie
Testimonianze
UN DONO
WhatsApp, 21 dicembre 2022. “Alla fine non ci sono riuscito. Ad aspettare. E quindi … l’ho aperto. Volevo dirti grazie mille Fra, mi hai fatto un bellissimo regalo con tutti i tè e lo scalda tazza con la usb. In realtà volevo mostrarlo a mia mamma mentre avevo gli occhi bendati ma i miei fratelli lo hanno spoilerato”. “Sono contento!” (faccina).
Strano trovare tra un professore quarantacinquenne e un giovane quindicenne studente meccanico un comune piacere nel tè del pomeriggio e ancor più bello pensare che un semplice pensiero per Natale sia stato così apprezzato. Alassane è musulmano e il Natale non lo festeggia, ma ho pensato che un dono fosse un bel passaggio di un rapporto che ormai dura da due mesi. Una chat di WhatsApp è una sorta di diario che racconta la semplicità di questa avventura. Un giorno alla settimana: pranzo, dopo scuola fino a sera, qualche chiacchierata, un po’ di Netflix e soprattutto compiti! In fondo questo era il primo obiettivo del nostro accordo. Io, lui, la mamma e l’assistente sociale, e in mezzo l’Associazione a tirare le fila.
Non si tratta di niente di straordinario ma di essere vicini come a volte si fa nelle famiglie allargate: una volta ti aiuta una zia, altre volte puoi contare sui nonni. Fatou è da sola e sta crescendo con grande impegno tre figli. Un figlio adolescente, qualche difficoltà a scuola e la fatica a gestire tutto insieme possono essere sollevati da una mano in più. Ci sentiamo spesso, ci teniamo aggiornati sulle necessità, anche se ovviamente, essendo Alassane grande, è più facile organizzarci direttamente noi.
Questo mercoledì la notifica di WhatsApp suona ancora: “Il bus è in ritardo. Arrivo tra venti minuti”. Spengo l’acqua e attendo l’arrivo. Mangiamo, discutiamo di scuola e ci diamo i tempi che scandiranno il pomeriggio. Si contratta sulla durata della pausa e poi ci si mette di buona volontà al tavolo ad affrontare la lezione per il giorno dopo. La routine è ormai rodata e a sera ci mettiamo in macchina per tornare a casa. Qualche volta mi fermo per due chiacchiere con la mamma, altre sono di corsa pronto a gestire quello che resta da fare prima di concludere la giornata.
Può capitare qualche occasione speciale, come quel pomeriggio che siamo andati insieme alla Decathlon a comprare ciò che serviva per giocare a calcio. Il Comune, infatti, ci ha messo a disposizione delle risorse che stiamo gestendo con le altre famiglie impegnate insieme a me nel progetto.
Capita anche ogni tanto una serata in cui vederci tutti insieme, guidati da Anna e Elisa: è un’occasione per organizzarci, riflettere e raccontarci, e per sostenerci nel comune impegno.
“Mi serve aiuto. Devo prendere online il biglietto del treno per la gita. E non sono sicuro poi di cosa devo portare”. “Vieni su che sono a casa”. E ogni tanto al mercoledì si aggiunge la domenica. Chiamiamo la mamma, ci facciamo inoltrare la comunicazione di scuola e proviamo a capirci qualcosa in più insieme. Fatou mi richiama contenta: anche questa siamo riusciti a risolverla.